AUTOSTIMA,  CONOSCI TE STESSO,  YOUR WAY

[:it]COSA HO IMPARATO DALLA CORSA – perchè per correre non bisogna essere magri, alti e strafighi[:en]WHAT I’VE LEARNED FROM RUNNIG – Why you don’t have to be slim, athletic and supercool to go running[:]

[:it]E’ mattina e io ho sonno. La mattina più che l’oro per me ha il piombo in bocca, il mio corpo si muove lento e chiede tempo per risvegliarsi. Ma ho imparato a dargli fiducia perché so cosa succederà dopo.

Tiro fuori i pantaloni, la maglia termica, le calze e le mie scarpe da corsa che guardo e tratto come se fossero delle care amiche.

Tutto mi dice di starmene a casa al caldo ma io esco, vado a correre.

La mia storia con la corsa è iniziata 6 anni fa quando una cara amica mi ha passato una tabellina con un programma di allenamento.

Avevo già provato da sola ma la fatica era tale che non riuscivo mai a capire se dovevo tener duro o se stavo per schiumare sull’asfalto!

Così mi sono fidata ed ho iniziato i miei giri del parco Sempione. A colpi di 2 min di corsa e 2 min di camminata alternati sono arrivata in qualche mese a correre un’ ora.

Io non sono certo un’atleta e Dio solo sa i tormenti che il rapporto con il mio corpo mi ha dato negli anni, ma da questo sport ho portato a casa molto di più di un allenamento fisico e certo molto più di quanto mi aspettavo.

Quello che la corsa mi ha insegnato

I LIMITI CHE HO SONO QUELLI CHE MI FISSO DA SOLA

Il primo giorno di corsa avevo in testa mille domande e mille dubbi sul fatto che ce l’avrei fatta. Ma sono uscita sempre ed il mio corpo mi è fedelmente venuto dietro. A volte con energia, altre con lentezza ma ha sempre risposto alla chiamata: quando ho deciso di arrivare ad un’ora di corsa, quando ho iniziato a correre sulla terra e non sull’asfalto, quando ho provato a correre a piedi nudi nei percorsi fatti apposta in mezzo al bosco. Mi ha dato un messaggio chiaro: se non riesco è perché sono io che non ci provo neanche.

LA FATICA: DA ZAVORRA AD AMICA

Sarà che non sono diventata un fuscello correndo ma la corsa mi chiede sempre fatica. Le prime volte la fatica mi sembrava una condanna che non mi abbandonava mai, poi ho deciso di farci amicizia. Se non la combatti e la accetti ti dice tante cose: ti permette di sentire tante parti del tuo corpo che dimentichi durante le tue giornate, ti dice che stai lavorando bene, ti svuota il cervello dai mille pensieri che lo affollano ed alla fine della corsa ti fa sentire cotto ma pronto per governare il mondo.

ACCETTAZIONE E PURO GODIMENTO

Le fasi del performare le ho attraversate tutte. Mi sono data tempi e modi di allenamento diversi. mi sono monitorata con gps e app per la corsa, mi sono arrovellata sul perché sembravo essere l’unico essere umano a non perdere peso correndo. Come ho fatto spesso anche in altre cose nella vita mi chiedevo perché non performavo secondo le aspettative. Mi stavo lentamente rovinando tutto. Poi, ho deciso di smettere. App spente, chi se ne frega di quanto ci metto e dove vado; esco per correre per il gusto di farlo, perché mi piace e mi fa sentire bene. Mentre corro mi sento invincibile, poco conta se fuori sembro il bradipo dell’Era Glaciale uscito a fare una passeggiata 😉

CONNESSIONE

C’è un momento magico mentre corro che sempre mi commuove un pò: quando incrocio lo sguardo di un altro runner. A volte è qualcuno che sta correndo, a volte è qualcuno in abiti borghesi, ma quello sguardo e quel sorriso mi dicono che sa come sto, che sa perché lo sto facendo. È quel magico momento in cui ci si sente connessi anche a persone che non si sono mai viste e mai si incroceranno di nuovo.

Quindi sì. ogni volta che mi incarto, che penso che non ce la farò, che non sono abbastanza o non vado bene così come sono, penso a lei, alla corsa e ricordo cosa mi ha insegnato.[:en]It’s early in the morning and I’m tired. Morning is not the best part of my day, my body is slow and needs time to wake up. But I’ve learned to trust him because I know how I will feel later.

I prepare my dress, socks and my running shoes that have become like good friends for me.

Everything’s telling me to stay at home but I’m going out, I go running.

My relationship with running started 6 years ago, when I received a training plan from a good friend. I had already tried before but it was so tiresome that I couldn’t understand if it would have been better to persist or to stop before falling exhausted on the floor.

So I decided to try again. Starting with few minutes per day I managed to run for one hour few months later.

Let’s be clear, I’m not an athlete and only God knows the difficult relationship I’ve had with my body throughout the years, but this sport has been for me much more than just a physical training.

What I’ve learned from running

THE LIMITS I HAVE ARE THE ONES I SET BY MYSELF

The first day I went running I was full of doubts and questions about my chances to succeed. But I simply decided to do it, no matter what and my body has always supported me – sometimes with strength, sometimes with slowness – giving me the possibility to run on different lands: asphalt, topsoil or running in the wood with naked feet. It gave me a clear message: if I don’t manage to do something, it’s because I don’t even try.

EXERTION: FROM WEIGHT TO FRIEND

Running always requires me a lot of effort, even now after years of practice.

At the beginning I was perceiving it like a weight that was bringing me down, then I changed approach and decided to look at it as a good friend. If you simply accept the effort you’re making it can tell you a lot of interesting things: it allows you to feel parts of your body you always forget during the day, it cleans up your mind, it tells you if you’re doing well and at the end of the run, it lets you feel capable of everything.

ACCEPTANCE AND PURE ENJOYMENT

I had always asked myself to perform: I set time and distance goals, I used apps to measure the improvements, I’ve been struggling about why I was the only human being not losing weight with running. As it happened some other times in my life I started wondering why I was not performing as expected and, as a result, I was slowly ruining everything. So I took a decision: switch app off and no target. Just go out to enjoy running. While I run I feel invincible, it doesn’t matter if from outside I look like the ICE AGE`s sloths 😉

CONNECTION

There’s a magic moment, that always touches me when I run: it’s when I cross the glance of another runner. Sometime is someone who’s running, sometime is someone going to the office, but his glance and his smile tells me that he knows how I feel and why I run. It’s this moment when I feel connected to people I’ve never met before and probably I’ll never meet again.

So, when I’m down, when I think I will not be able to do something or that I’m not enough exactly as I am, I think about running and about what I’ve learned from it.[:]

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